[Blog Tour + Giveaway] Sfida letale


 Sfida letale 

di Alessia Terranova e Valentina Alessandrella
Serie:Partners in crime #1
Editore: Butterfly Edizioni
Prezzo: 2,99 € ebook / 18,00 € cartaceo
Genere: Romantic Suspense
Data di uscita:  8 ottobre 2018 ebook / 18 ottobre cartaceo

Trama
Il ritrovamento dell’ennesima vittima di uno spietato serial killer sta mettendo a dura prova Lauren Trent, detective dell’unità crimini sessuali di Baltimora. Tenace e caparbia sul lavoro, ma molto insicura nel privato, Lauren si lascia spesso trasportare dalle emozioni, finendo così per doverne gestire le conseguenze. Ad affiancarla nelle indagini, l’uomo che anni prima l’ha ferita profondamente. Adesso lei è più forte e determinata a non lasciarsi nuovamente coinvolgere dall’astuto e attraente Andrew Allen, ma ha bisogno di lui per porre fine all’inarrestabile scia di sangue. Più riflessivo e meno impulsivo di Lauren, Drew cercherà di farle aprire gli occhi su alcuni punti dell’indagine rimasti oscuri e sul passato ancora sospeso tra loro. E mentre la passione tra i due sembra non essere mai svanita, l’assassino ha designato la sua prossima vittima. Questa volta, però, ha intenzione di spingersi oltre.



Estratti
«Permettimi almeno di offrirti qualcosa di meno vergognoso, per favore».
«Se me lo chiedi addirittura per favore...»
Richiamò Nicholas e ordinò due birre, poi allungò la mano verso quella di
lei, sul bancone, e afferrò il bicchiere d’acqua per allontanarlo. Nel farlo, le
loro dita si sfiorarono, anche se solo per un attimo. Data l’indifferenza
dell’istruttore, Lauren pensò che probabilmente lui non avesse avvertito
quella piccola scarica elettrica che invece si era generata in lei al loro contatto,
oppure era un bravissimo attore. E, a essere onesti, non se ne sarebbe stupita.
«Mi sembra di averti già vista, aiutami a ricordare dove», le disse poi,
piegando di lato il capo, come se quel semplice gesto fosse in grado di ridargli
la memoria perduta. E lei non era sorpresa, perché non era certo il tipo di
ragazza che catturava l’attenzione di uomini come lui. A guardarlo bene,
quella sera sembrava uscito da una campagna pubblicitaria di Hugo Boss.
L’aveva visto solo in poche occasioni e in nessuna di quelle era stato tanto
elegante. Indossava un completo nero che le luci del bar facevano sembrare
quasi blu, la camicia bianca e la cravatta di un nero meno opaco del resto.
Era irraggiungibile.
Impossibile.
«La vecchiaia gioca brutti scherzi», gli rispose, dando alla sua voce un tono
serioso. Non doveva essere un’attrice eccellente, altrimenti Andrew non
avrebbe sghignazzato come stava in realtà facendo.
«Solo per questa risposta ti dovrei far passare la notte in cella».
«Sarebbe abuso di potere, oltre che sequestro di persona», rispose
prontamente.
«Riuscirei a farlo passare per oltraggio a pubblico ufficiale, stanne certa».
Non staccarono gli occhi l’uno dall’altra neppure per un attimo. Era come
se stessero duellando non solo a parole, ma anche con gli sguardi. Ed era
terribilmente divertente. Provocare gli altri e cacciarsi nei guai era ciò che a
Lauren riusciva meglio, era per questo che avrebbe dovuto evitare di bere. Se
da sobria era tanto avventata, figurarsi da ubriaca. Scrollò le spalle e decise di
smetterla di fare la stupida, almeno per qualche minuto. Cosa sarebbe
accaduto se gli avesse detto di essere una sua allieva? Avrebbe continuato a
guardarla in quel modo o avrebbe preso le distanze? L’unica cosa della quale
non avrebbe dovuto preoccuparsi era di essere considerata una folle, perché
lo era davvero e lui se ne era sicuramente accorto.
«Mi chiamo Lauren Trent, ci siamo visti in accademia, sono una recluta».
A quelle parole, la fronte di Andrew si aggrottò. La stava studiando, adesso,
e lei era tesa all’inverosimile. Ed era strano, perché in fondo non avevano
fatto nulla di male.
Non ancora.
Appena lui sorrise, un sorriso sincero, lei sentì i muscoli rilassarsi.
«Trent, ti terrò d’occhio».

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«Ci sei andata a letto?», sbottò all’improvviso. Sarebbe stato inutile
continuare a tenersi le cose dentro, perché sapeva che sarebbe esploso nel
momento meno opportuno. Non che sbottare nella sala d’aspetto di una
terapista di coppia fosse normale.
«Cosa?» Lei distolse lo sguardo dalla rivista e la incastrò tra una gamba e il
bordo della sedia.
«Con quel Jasper».
«Non è importante», tagliò corto.
Non era importante? Proprio il fatto che non volesse parlarne gli faceva
pensare che fosse importante eccome. Da quando li aveva visti abbracciati, la
sua testa non aveva fatto altro che impuntarsi sull’immagine di loro due
insieme. E non era una bella sensazione. Quel tizio, Jasper, sembrava uno di
quegli uomini abituati a vivere in una palestra. Alto e palestrato, non
somigliava per nulla agli avvocati che conosceva lui. E poi era anche ispanico,
e alle donne piacevano gli uomini esotici, no? Cazzo, si sentiva un fottuto
ragazzino insicuro.
«Certo che è importante!»
«Ti ho mai chiesto con chi sei stato prima di me?»

Lauren alzò la voce e gli fece digrignare i denti. Avrebbe dovuto essere lui
quello arrabbiato, non lei. Era stato lui a vedere la propria donna spalmata
addosso a un tizio sbucato dal nulla. Era troppo vecchio per quelle stronzate, i
giochetti da ragazzini non lo divertivano più.
«Ci sei andata o no?»
Lauren si alzò dalla sedia e si parò davanti a lui, con le mani artigliate ai
fianchi.
«Non hai nessun diritto di chiedermi questo. Io non ti ho mai chiesto di
farmi una lista delle donne che ti sei portato a letto, perché non mi interessa.
Non sei il mio fidanzato, e comunque non lo direi neppure a lui. Non mettere
il naso in cose che non ti riguardano, Allen!»
«Non mi riguarda?» Si alzò anche lui, trovandosi davvero a pochi
centimetri da lei. Potevano quasi toccarsi, ma a essere incollati erano solo i
loro sguardi adirati.
«No».

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