Recensione - Hans Mayer e la bambina ebrea

Hans Mayer e la bambina ebrea

di Eleonora E. Spezzano
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Casa Editrice: Bonfirraro
Genere: Romanzo storico
Data di uscita: 16 gennaio 2020
Copertina flessibile
390 pagine
Prezzo: €18,90 cartaceo - €8,99 ebook

Trama
Hans Mayer, ufficiale della Wehrmacht, schivo e solitario, si limita a percorrere ogni giorno la strada che lo separa dalla caserma cercando di non badare agli sguardi di disprezzo che lo circondano. 
È chiuso in un circolo vizioso di incertezze che lo hanno portato a riflettere sul suo ruolo. 
Niente nella città monotona che è diventata Varsavia gli fa credere che le cose un giorno possano cambiare. 
Una sera d'autunno il destino lo mette alla prova, giocando una delle sue carte più pericolose, lanciandogli una sfida inizialmente impossibile che con il tempo si trasforma nella sua unica ragione di vita. La sua casa diventa l'unico porto sicuro in mezzo all'enorme campo di battaglia in cui si è trasformato il mondo. Il gelo crudele dell'Olocausto sta penetrando lentamente nel cuore degli uomini, ma Hans è pronto alla disobbedienza.
Si ritroverà di fronte a un bivio, costretto a decidere se scommettere su tutte le sue sicurezze o rinunciare.
L'innocente Marie è il suo segreto indicibile, la sua sfida al sistema, il suo inno alla libertà, una rincorsa verso la luce.
Dove finisce, allora, il dovere morale e dove comincia l'imperativo della coscienza?
Nella mostruosità di una singola immagine, in un labirinto contorto di cose, oggetti e persone, nelle parole sussurrate al buio, sottovoce, parole rubate per paura di un tradimento, negli incubi notturni che prendono forma, in una continua e convulsa lotta per la sopravvivenza.
La penna della Spezzano accarezza le ferite dell'anima e quelle della storia, sa narrare di una fuga ineluttabile alla ricerca del tepore esistenziale, con un tocco privo di pietismo.
"Hans Mayer e la bambina ebrea" è un ritratto intenso e drammatico del capitolo più cupo del Novecento che dimostra la forza potente di un amore puro, incondizionato e ribelle.

Recensione
La Spezzano ci porta al centro del dramma storico mondiale, tra il 1941 e il 1945, a cui si intreccia la vita del protagonista Hans Mayer e alcuni flashback sul suo. 

La storia inizia a Varsavia nel 1941, nel clima del terrore, dove Hans Mayer lavora come ufficiale tedesco e ha la mansione di raccogliere denunce fatte contro le famiglie ebree clandestine e poi  arrestarle e inserirle nel ghetto o su treni diretti ai campi di concentramento.
Il giovane non riesce a vivere con serenità il suo lavoro, è stato costretto ad arruolarsi nell'esercito da suo padre a 19 anni, e non condivide la freddezza con cui i suoi colleghi svolgono il lavoro.

Dopo l'ennesimo arresto, una sera, trova una bambina piccola ebrea, Marie, che si era staccata dalla sua famiglia ed è sfuggita ai controlli dell'esercito tedesco.
Hans vuole portarla in caserma ma decide di portarla a casa con sé e nasconderla per salvarla e in breve tempo si affeziona alla piccola.

Da qui il romanzo prende vita e ci porta fino in Svizzera, luogo di salvezza, per poi trasportarci nel campo di concentramento di Auschwitz.

Gli aspetti positivi ci sono, sopratutto l'impegno della giovane autrice quattordicenne nell'affrontare un romanzo così impegnativo ma purtroppo ci sono anche degli aspetti negativi.
Il protagonista è un personaggio complesso ma a volte viene descritto superficialmente e con banalità. Alcuni avvenimenti, che lo riguardano in prima persona, a volte mi hanno dato l'impressione che siano stati basati sulla fortuna del caso e a volte ho riscontrato come una sorta di forzatura per far predominare sempre il bene sul male e eventi pressoché inverosimili in quell'epoca storica, soprattutto se ci si affida alla fortuna e a sotterfugi più volte, e il protagonista stesso era ignaro di troppe cose e anche uno sprovveduto senza un piano (più piani).

Oltre Marie, è presente un altro personaggio femminile: Victoria. 
Entrambe svolgono un ruolo rilevante all'interno della storia ma credo che siano state anche loro trattate in modo poco approfondito.
Stessa cosa per quanto riguarda il rapporto tra Hans e Marie.

In generale, tutti gli aspetti psicologici sono stati presi con superficialità e talvolta affrontati in modo scorretto.

Il linguaggio è piuttosto moderno e non ho apprezzato la mancanza di note con la traduzione delle frasi in tedesco, si comprendevano in base al contesto ma se non hai un cellulare o un dispositivo qualsiasi per cercare la traduzione non sai se effettivamente quello che hai pensato possa essere corretto. 

All'interno del testo ci sono delle imprecisioni, trattasi di refusi che non danno particolarmente fastidio al lettore, e una disattenzione all'inizio del romanzo sul fattore climatico.

Non ha la pesantezza di un romanzo storico che affronta il tema dell'Olocausto. Si può leggere con leggerezza e non sarebbe male come approccio a chi è lontano dal genere storico, ma non bisogna aspettarsi un romanzo incisivo e particolarmente emozionante.

L'autrice
Eleonora E. Spezzano, quattordici anni, vive a Reggio Calabria e frequenta il Liceo Classico “F. Campanella”. Sin da piccola ha nutrito una grande passione per la poesia e nella scrittura riversa tutti i suoi pensieri. Con il tempo è cresciuto, insieme a lei, anche il suo amore per i libri, che è iniziato con la bellissima saga de Le Cronache di Narnia, che ha letto in quattro o cinque giorni, passando dalle grigie case di Londra, insieme allo sfortunato Oliver Twist, alla villa di Miss Peregrine dove ha conosciuto “i ragazzi speciali”. Frequenta il quinto anno di pianoforte al conservatorio “Francesco Cilea”.
Hans Mayer e la bambina ebrea è il suo romanzo d’esordio.


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2 commenti:

  1. Non è un libro che leggerei, ma so a chi posso consigliarlo.

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  2. All'inizio mi aveva incuriosito abbastanza, ma dopo aver letto dei difetti che hai trovato, non sono più così convinta di volerlo leggere.

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