Anna - L'inferno in una bottiglia
di Martina Longhin|cliccate sul titolo per acquistarlo|
Self Publishing
Data di uscita: 5 novembre 2018
Copertina flessibile
222 pagine
Prezzo: €16,00 cartaceo - €2,99 ebook
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Trama
Anna è una giovane ragazza che dovrebbe vivere una vita serena e spensierata come tutti i suoi coetanei, ma questi sono privilegi che a lei, fin da bambina, non sono mai stati concessi.Stella, sua madre, è legata a un uomo violento e geloso da cui non riesce a separarsi e per Anna maltrattamenti e soprusi fanno parte della quotidianità… finché un giorno tutto nella sua vita cambia.Una storia forte, una storia realmente accaduta.
Recensione
Anna è ricoverata in ospedale e sta aspettando mamma Stella che come ogni giorno va a trovarla.
Ma Stella non arriva e la bambina inizia a preoccuparsi.
Arrivano gli zii che le dicono che sia la mamma sia il papà hanno avuto un incidente.
Da qui si torna indietro nel tempo e scopriamo tutta la storia di Anna e della sua famiglia.
Stella e Toni si sono conosciuti e innamorati quando erano molto giovani. La loro storia iniziò molto in fretta e arrivarono ben presto alle nozze perché Stella rimase incinta e insieme decisero di sposarsi. La famiglia della ragazza era contraria al matrimonio ma grazie all'ostinazione di Stella convogliarono lo stesso a nozze. Toni fin da subito si rivelò per quello che era: un uomo alcolizzato, rabbioso e violento. Prima del matrimonio già aveva mandato alcuni segnali ma Stella non li aveva voluti percepire e giustificava i suoi comportamenti, speranzosa nel cambiamento.
Quando Stella partorì l'unico pensiero di Toni era sapere il sesso del nascituro, voleva un bambino, ma era una femmina e ne rimase deluso.
Se ne fregò della figlia Lara anche quando si ammalò e poi morì.
Invece di stare vicino alla moglie preferiva andarsene all'osteria a ubriacarsi e una volta tornato a casa ormai non più padrone di sé stesso sfogava la sua violenza sulla donna.
Dopo un breve periodo Stella rimase di nuovo incinta e ad Aprile nacque Anna.
A tre mesi dal parto tornò a lavoro e la bambina veniva accudita da Nonna Adele.
Toni anche questa volta non era interessato alla figlia e neanche cambiò i suoi comportamenti da alcolista e uomo violento.
Dopo circa un anno rimase incinta un'altra volta.
Al momento del parto Toni l'accompagnò all'ospedale e poi andò in osteria ad aspettare la nascita mentre beveva.
Appena la moglie partorì, suo fratello Carlo andò nell'osteria per dare la notizia al fratello ma lo trovò totalmente ubriaco e non lo portò in ospedale.
Non andò mai a trovare la moglie e la figlia Sara durante il ricovero.
«Non vieni a vedere tua figlia?» Toni non si mosse e continuò a fumare la sigaretta tranquillamente sdraiato, con il braccio sinistro sotto la nuca. «Per me puoi anche buttarla in mare» [...] «Toni è tua figlia!» esclamò inorridita. «Appunto, figlia» sottolineò «e non m'interessa. Ti avevo detto che volevo un maschio, ma tu a quanto pare sai partorire solo femmine.»Stella a un certo punto non ce la faceva più a sopportare tutto, era esasperata e non vedeva nessuna via di fuga e tentò il suicidio.
Toni si sentì in colpa, non si aspettava un gesto del genere e sapeva che era il solo responsabile.
Non sapeva ancora se la moglie ce l'avrebbe fatta a salvarsi. [...] Non sapeva cosa dire, come difendersi. Ma non poteva difendersi, non aveva nessuna scusa valida a sua discolpa... e lo sapeva.Dopo l'episodio provò a cambiare. Cercò di non bere e per poco tempo il rapporto con la moglie sembrava esser migliorato ma tutto tornò come prima.
A Toni fu diagnosticato un carcinoma alla laringe che si era sviluppato a causa dell'abuso di alcool e fumo.
A seguito della convalescenza Stella partorì per la quarta volta e Toni sembrava felice, era un maschio, ma le sue violenze non terminarono; continuava anche a bere e sembrava non capire che quel suo vizio era un problema per lui e per la sua famiglia.
La mamma era serena e il padre sembrava un altro, sembrava un papà come tutti gli altri. Entrambi avevano un radioso sorriso sulle labbra e vederli così, insieme, tranquilli, senza litigare, senza nessuna violenza, era talmente bello che si dimenticò di tutto il resto.Nel mentre Anna cresceva sempre più in fretta, era costretta a vedere tutte le violenze subite dalla mamma, si doveva occupare del fratello piccolo, perché Sara era in istituto ed entrambi i genitori lavoravano, aiutava anche il padre nei campi.
Durante un'estate che non volle andare in colonia iniziò a lavorare in un negozio di parrucchiera e la sera raggiungeva la madre a lavoro, al ristorante, per aiutarla perché la vedeva sempre tornare a casa tardi ed esausta.
Stella rimase incinta per la quinta volta ed era un maschio.
Arrivò il momento di iscrivere Anna alla scuola superiore ma Toni tentò di opporsi perché la voleva come aiutante nei campi.
Stella riuscì a imporsi e a iscriverla.
Anna non riusciva sempre a tollerare la situazione in casa sua e spesso andava a cercare rifugio da nonna Adele, il suo solido punto di riferimento.
In un periodo nel quale stava dalla nonna, Toni si ammalò ma lei non sapeva delle condizioni del padre. Fu la nonna a comunicarglielo e dirgli che probabilmente era un problema al cuore, ma non le importava più di tanto anzi avrebbe preferito che non ce l'avrebbe fatta.
Toni arrivò anche quasi al punto di ucciderle la moglie a furia di malmenarla e lei nonostante tutto era ostinata a non denunciarlo, aveva paura delle conseguenze. Ma l'ospedale lo fece al suo posto.
Una delle tante volte che il marito la aveva massacrata i medici diagnosticarono diversi traumi e dovettero per forza chiamare i carabinieri e Toni fu arrestato.
Stella era terrorizzata dalle conseguenze era certa che gliela avrebbe fatta pagare e infatti così è stato anche se appena uscito da prigione supplicava Anna e Stella di tornare a casa, si erano momentaneamente stabile a casa di Giulia, e alla fine la mamma cedette e tornò.
Toni sembrava più tranquillo e beveva molto meno, inoltre sembrava aver assunto anche degli atteggiamenti normali verso i figli ma comunque sottolineava sempre il fatto di essere stato in prigione e che avrebbe dovuto affrontare un processo.
Era tormentato da questo, era un disonore.
La morte di suo fratello Carlo non aiutò la situazione.
Si chiuse in sé stesso e affrontò il lutto con l'alcool.
Anna si ammalò e fu ricoverata, quando i suoi genitori andarono a farle visita vide un cambiamento in loro e le sembravano anche più sereni.
Stella credeva che la tranquillità e qualche comportamento strano del marito erano dovuti al fatto che non stava più bevendo negli ultimi giorni e diete la lieta notizia anche alla figlia ma in realtà stava solo meditando su un piano.
''Ecco mamma, hai visto? Sono qui, davanti al portone della chiesa... non sono caduta, non mi sono spezzata le gambe... quindi ho trovato l'uomo giusto. Luigi non è come papà, mi ama davvero e mi rispetta... come vedi ho mantenuto la mia promessa!''Anna - L'inferno in una bottiglia è un libro da leggere e non posso non consigliarvelo. Il tema della violenza domestica e in generale sulle donne è un tema purtroppo attuale e Martina attraverso il suo libro ha potuto dar voce a tante donne vittime che hanno scelto di restare in silenzio come Stella ma ha anche dato voce a tutti quei figli che sono stati costretti a vedere le proprie madre sottomettersi al proprio marito.
Vengono messi in luce i primi segnali che dovrebbero far scattare l'allarme e tutti i meccanismi e le conseguenze di quei segnali. Inoltre la figura di Stella ripercorre tutto il processo interiore della donna vittima delle violenze del proprio uomo.
Tramite Stella si trasmette anche l'importante messaggio di dover denunciare le violenze, nonostante il terrore, per poter salvarsi la vita e di non dover mai tornare sotto lo stesso tetto di un uomo come Toni.
Un libro da leggere ma che non è perfetto. Credo che il libro non sia passato nelle mani e sotto gli occhi di un editor e questo si percepisce durante la lettura.
Il libro ha indubbiamente una grande potenza per la tematica ma potrebbe essere notevolmente migliorato a livello strutturale.
Alcune parti potrebbero essere scritte meglio, altre si potevano anche cancellare perché vengono date informazioni al lettore che già sa da alcuni capitoli precedenti, oppure alcune era meglio inserirle prima o dopo per non creare lacune e far pensare ''Ah, ecco! Ora lo sappiamo... menomale. Però avrei preferito saperlo prima''.
Spesso ho anche percepito la brutta sensazione che i figli, a parte Anna, non venivano presi molto in considerazione, soprattutto Sara e a volte sembrava che non facesse parte della famiglia.
Il libro è narrato dal punto di vista di Anna ma spesso mi sono chiesta ''e Sara?''.
La quarta gravidanza la scopriamo solo al momento del parto. Sarebbe stato interessante saperlo subito e conoscere anche la reazione di Toni come per le precedenti.
A Toni, a un certo punto, gli diagnosticano una malattia però dopo l'operazione e la guarigione non sappiamo se ha superato o ha cercato di superare la sua dipendenza dall'alcool ed eventualmente sapere come. Oltre questo avrei anche voluto sapere come ha reagito alla notizia della malattia e se/come ha sofferto l'astinenza.
Durante la fuga della moglie da casa insieme ad Anna viene fatto sapere al lettore che Toni non avrebbe mai toccato i propri figli ma poco oltre la metà del libro troviamo scritto: Se il padre era violento con la moglie, con i figli lo era di rado. Qui sono tornata indietro a rileggere alcune pagina trovando appunto due cose differenti e non saprei quale prendere come vera anche perché in tutto il romanzo non si racconta nessun atto di violenza subito dai bambini. Non venivano considerati, soprattutto le femmine perché non le voleva, in alcuni capitoli il padre inveì verbalmente su Anna dopo che la bambina aveva preso le difese della madre ma oltre questo non c'è nessun accenno.
Da ''nota dell'autrice'':
Questo libro è basato su una storia vera, per proteggere però l'identità dei protagonisti, i nomi e l'ambientazione sono frutto di fantasia.
Casi come quelli di Stella, in Italia e nel mondo, ce ne sono purtroppo a migliaia. [...] Sono tante, troppe, le donne che quotidianamente subiscono dentro le mura di casa ogni tipo di violenza fisica e psicologica e la maggior parte delle volte senza aver il coraggio di ribellarsi e di denunciare il loro aguzzino. [...] Le donne, dunque, che si rendono conto che la rabbia del loro compagno sfocia in violenze e maltrattamenti, devono parlarne subito, denunciare alle forze dell'ordine o rivolgersi a uno dei tanti centri antiviolenze dislocati in tutto il territorio nazionale, perché non ci devono più essere vittime come Stella e soprattutto bambini come Anna, Sara, Luca e Marco che hanno vissuto per molto, moltissimo tempo l'inferno.
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Grazie, Patrizia, per la tua recensione.
RispondiEliminaHai fatto delle considerazione giuste, e come ho già spiegato a te privatamente, voglio mettere a conoscenza anche i lettori del perché di certe mie mancanze.
Quella che ho scritto è una storia vera, realmente accaduta a una mia cara amica che nel libro ho chiamato Anna. Quello che a me interessava, pubblicando il libro, era di far conosce a più persone possibili questa sua storia e sensibilizzare la gente sull'argomento della violenza sulle donne. Certo, soprattutto la copia che hai letto tu, che era la prima versione, non ha avuto editing: l’ho finito di scrivere nell'ottobre del 2018 e volevo fosse pubblicato per il 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Quindi di tempo non ce n’è stato, ma come già detto, il mio scopo era un altro: far conoscere la storia, non pubblicare un bestseller.
Tu scrivi: ...avrei anche voluto sapere come ha reagito alla notizia della malattia e se/come ha sofferto l'astinenza.
Io ho narrato Anna: la SUA storia, le SUE emozioni, le SUE angosce. Quello che provava il padre e come ha affrontato le sue vicissitudini, io non avevo modo di saperlo, Anna non ne ha fatto cenno, e sinceramente non mi interessava scriverlo.
Un'altra tua osservazione: Il libro è narrato dal punto di vista di Anna ma spesso mi sono chiesta ''e Sara?''.
Di cose da raccontare ne avrei avute molte di più. Di particolari, non solo sulla vita della mia amica, ma anche su quella dei fratelli, ne avevo a decine. Ma non ho potuto scriverli. Non ne avevo l’autorizzazione. Ecco perché manca la storia di Sara e dei suoi fratelli. Ed è un peccato, perché gli episodi che non ho scritto, sarebbero stati molto significativi per capire quali e quante conseguenze possa causare, nei figli, il comportamento e le scelte dei genitori, nell'infanzia ma anche in età adulta.
Per quanto riguarda l’osservazione che hai fatto riguardante la frase “Se il padre era violento con la moglie, con i figli lo era di rado”, voglio precisare che, da quello che mi ha raccontato Anna, con loro non è mai stato violento, a parte quando li puniva per qualche marachella con qualche scapaccione, punizione che, un tempo, tutti i papà del mondo davano ai propri figli. Tutto qua. La vera violenza, brutale e inaudita, la riservava solo alla moglie.
Grazie ancora per aver letto il libro e avere parlato di questo terribile argomento che a me sta molto a cuore.
Martina
È sensa dubbio un libro molto forte ma cje tutti dovremmo leggere e conoscere la storia di Anna. Non so quando o se lo leggerò ms nel frattempo me lo segno!
RispondiEliminaCredo sia un libro che vada letto assolutamente, soprattutto dopo aver letto anche il commento dell'autrice, vado a metterlo in WL.
RispondiEliminaÈ senza dubbio un libro che va assolutamente letto, crudo e nudo. Me lo segno
RispondiEliminaMi sono già segnata il titolo. In più è trattato da una storia vera, quindi merita di essere letto!
RispondiEliminaTratta dei temi davvero intensi e poi leggendo la spiegazione dell'autrice mi ha completamente convinto a leggerlo.
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