Stefano Tofani lavora come redattore web a Lucca. Nel 2013 ha pubblicato L’ombelico di Adamo (Giulio Perrone Editore), elogiato dalla critica e vincitore del Premio Villa Torlonia. È anche autore di racconti, quasi tutti pubblicati con lo pseudonimo Stof nella rivista Toilet, grazie ai quali ha vinto il Premio Città di Capannori 2016 e per due volte (2008 e 2017) il Premio letterario Fantastic Handicap, per il miglior racconto sulla tematica della disabilità.
- Perché hai trattato soprattutto il tema della disabilità nei tuoi scritti?
Prima del libro Fiori a rovescio ho scritto dei racconti che hanno come protagonisti dei personaggi disabili ma per esempio nel mio primo libro non c'erano personaggi disabili. Nel caso di Fiori a rovescio c'è un personaggio disabile perché mi piaceva inserire questo personaggio e trattarlo come tutti gli altri personaggi e non in modo retorico e non farne il centro assoluto del romanzo ma trattarlo come uno dei quattro protagonisti e mettere in evidenza che loro non vogliono essere chiamati ragazzi speciali e che possono avere una vita dignitosa come tutti. Il libro è stato anche presentato dall'Associazione Disabili e ho sentito tantissime storie che in confronto la mia non è niente.
Mi piaceva scrivere una cosa universale nel senso che le cose che provano gli uomini sono sempre quelle, ci si innamora, ci si ammala, si tradisce ecc. Inoltre volevo inserire la famiglia nella società per esempio attraverso programmi televisivi, canzoni, fatti di cronaca. Volevo in un certo senso far vedere la piccola storia e la grande storia, tutta la cronaca spicciola e come è cambiata la società.
- Ci presenti il tuo libro Fiori a rovescio? E inoltre è tratto da una storia reale?
Oggi (7 dicembre 2018 - Fiera della piccola e media editoria, Più Libri Più Liberi) è la quindicesima presentazione e mi è venuta in mente una cosa che non mi è mai venuta in mente sul perché ho scritto questa storia, era un motivo inconscio secondo me, praticamente ho iniziato a scrivere di un parto e basta e da lì tutta la storia. Ho un figlio che quando è nato 9 anni fa ha avuto un parto molto difficile, ha rischiato di morire o di rimanere disabile cosa che poi non è successa ed è andato tutto bene e per me fu un trauma terribile perché io sono stato buttato fuori dalla sala parto e altro, quindi il momento di maggiore gioia quello in cui uno diventa padre per me è stato uno shock più grande della mia vita perché per me in quei 40 secondi che non ha respirato era morto e lo avevo visto. Io sono uno che racconta poco di se stesso e non volendo l'ho scritta questa cosa e l'ho vissuta nel libro.
Insomma non è un fatto reale, ho immaginato il trauma che mi è rimasto dentro e inconsciamente l'ho messo sulle pagine forse per condividere il dolore, per esorcizzarlo, per vivere la cosa come se fosse andata male ma comunque trattato con leggerezza, forse anche la leggerezza con cui non è successo nulla. Però alla quindicesima presentazione mi sono accorto di questa possibile interpretazione. A volte scrivi un libro e non sai perché lo scrivi, inizi da un parto con dei personaggi e poi vai avanti, una cosa molto inconscia, quando ho iniziato a scrivere e scrivere di quella nascita lì non ci ho pensato proprio a mio figlio e a quella storia lì, infatti una nascita apre il libro e una nascita chiude il libro, un po' per trasmettere un messaggio di speranza e raccontare in un certo senso il ciclo della vita e che si va avanti nonostante le difficoltà.
- Che messaggi volevi trasmettere tramite le parole del libro?
Sinceramente nessuno. Non volevo trasmettere nessun messaggio in particolare. Il messaggio è quello che uno ci trova, ogni lettore ci trova il proprio messaggio e io non mi sono messo a lì a dire che voglio mandare questo messaggio tramite il libro. Volevo descrivere le persone, gli uomini, quattro individui, una famiglia, il paese anche però non volevo mandare nessun messaggio. Non ho un messaggio da trasmettere quindi lascio questo al lettore. È riduttivo, per me, mettermi lì e focalizzarmi su un solo messaggio e volerlo trasmettere magari ce ne sono mille ma ogni lettore coglie cose diverse e può immedesimarsi in modo diverso. Io sono partito da questa cosa e quindi è stato un mio modo di superare un trauma. Per esempio, come ti dicevo il libro è stato presentato dall'associazione disabili e quei ragazzi ci hanno trovato un messaggio proprio nella bellezza della descrizione del personaggio disabile come è vero e come vogliono essere loro e per questo loro mi hanno invitato a presentare il mio libro. In questo libro è trattato anche il tema della sessualità perché se uno pensa a un disabile pensa sempre che sia un bambino e certi impulsi non li ha ma non è vero, hanno meno possibilità ma hanno gli stessi istinti e impulsi e gli altri non sanno come gestirli e fa più comodo non pensarci e far finta che non esistono ma invece nel libro il fratello e un amico di Enrico ne hanno tenuto conto e hanno cercato e trovato una soluzione.
- Perché "fiori a rovescio"?
Questa domanda l'ho posta innanzitutto a me stessa fin dall'inizio e finalmente a un certo punto ho avuto la risposta alla mia domanda e sono rimasta davvero colpita quando ho ricollegato quel gesto così tenero dal sapore di "famiglia", ho provato un'emozione particolare e di meraviglia. Come ti è venuto in mente di dare questo titolo collegato a quel gesto che racchiude tutto il significato di famiglia?
Il titolo proviene da alcuni versi di una poesia, che troviamo anche nel libro e appartengono a Ragazzoni, un autore minore che ha vissuto agli inizi del '900 ed è poco noto, quei versi inseriti nel libro sono tratti dalla poesia Il mio funerale in cui lui dà le indicazioni per il suo funerale, era un tipo molto eccentrico, un giornalista e un poeta che si presentava in accappatoio alle conferenze stampa, beveva e infatti a morto a 50 anni di cirrosi e diceva questa cosa bellissima - siccome ho io da godere di questi fiori piantateli in maniera che li veda io anche se sono morto li voglio vedere io - come se in un certo senso voleva vivere anche dopo morto, anche come la metafora del piacere personale. Poi comunque su Fiori a rovescio ci possiamo fare molti discorsi, come le radici per aria...
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Bella intervista♡
RispondiEliminaBella intervista ☺️
RispondiEliminaMi segno i suoi libri!
RispondiEliminaNon fa x me
RispondiEliminaRisposte esaurienti e interessanti. Fai proprio le giuste domande!
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