Il silenzio dell'acciuga
di Lorena Spampinato|clicca sul titolo per acquistarlo|
Casa Editrice: Nutrimenti
Genere: Narrativa
Data di uscita: 23 gennaio 2020
Copertina flessibile
240 pagine
Prezzo: €18,00 cartaceo
Trama
Tresa è stata educata dal padre al silenzio e al rigore. In tutto lei deve assomigliare a Gero, il suo fratello gemello: stessi abiti e stessa compostezza. Del suo essere femmina a nessuno sembra importare, fino al giorno in cui suo padre parte per lavoro e lascia lei e Gero da una zia. Da quel momento il rapporto con il fratello si fa turbolento: la zia infatti riconosce in Tresa il suo essere futura donna creando distacco tra le loro immagini e i loro corpi. Gero non sembra accettare questo mondo di femmine e si sottrae con rabbia all'abbandono del padre. La casa della zia assomiglia a un antico museo e né Tresa né Gero capiscono bene che lavoro faccia, sanno solo che esiste un terreno dove un giorno lei li porta e li fa lavorare durante l'estate. Per Tresa è quasi una liberazione, la scuola infatti è diventata gabbia e supplizio, tutti lì la chiamano Masculina, perché come le acciughe non è aggraziata né adatta alle tavole dei ricchi. Il terreno e la casa saranno per Tresa le scenografie del primo pericoloso innamoramento, della scoperta del corpo, della vergogna e soprattutto dei segreti. Continua infatti a vigere in famiglia una regola solida: non dire. Tresa dovrà nel silenzio costruire sé stessa, capire cosa è il dolore e cosa il confronto, cosa è una donna e cosa la crescita.
Recensione
Il silenzio dell'acciuga è uno di quei libri di cui non si sa mai come parlarne. Si ha la costante paura di dire poco o troppo.
Racconta la vita di Tresa, attraverso cui conosciamo anche il fratello e qualcosa sui solo genitori, in seguito zia Rosa e altri personaggi che avranno un ruolo rilevante all'interno della storia, come Giuseppe.
I gemelli sono orfani di madre e il padre vuole farli crescere uguali, questo sta a significare che Tresa deve essere come suo fratello, dall'abbigliamento ai comportamenti.
Nelle parole di mio padre essere femmina era una condanna a sembianze e modi d'essere a cui era meglio stare alla larga. Non dovevo cedere alla leggerezza - era questo che mi diceva -, non dovevo farmi crescere i capelli o agghindarmi con fronzoli che potevano rendermi desiderabile a occhi estranei.In seguito i due bambini vengono affidati a zia Rosa, una donna forte e indipendente, che se ne prende cura come una madre. Grazie a lei Tresa scopre la sua femminilità e inizia a staccarsi dalla figura di Gero che inizialmente non riesce ad accettare questi cambiamenti.
Essere femmina non aveva niente a che fare coi capelli, con i vestiti, con le cianfrusaglie che mio padre mi aveva vietato persino di desiderare. Non c'entravano - diceva - i modi di fare e di atteggiarsi dolci, la prudenza dei gesti. Solo una cosa c'entrava, e mentre lo diceva Rosa stringeva entrambi i pugni per darsi più tono, solo una cosa: la libertà. La libertà di essere quello che volevo essere, quando volevo. Ne fui sollevata. [...] Cominciai a prendere familiarità con la mia pelle, a non vergognarmi per i miei capelli che crescevano o per la vanità che ogni tanto mi prendeva quando mi ritrovavo sola davanti allo specchio. Cominciavo a osservarmi, forse per la prima volta. A notare i tratti unici del mio viso e del mio corpo, quelli che non ricordavano niente e nessuno ed erano solo miei. E ogni giorno di più smettevo di somigliare a mio fratello, al suo essere maschio, al suo fascino denso che non mi apparteneva, e mi toglievo di dosso il rigore a cui ero stata costretta.I gemelli iniziando ad andare a scuola, Gero riesce a includersi con i suoi compagni a differenza della sorella che viene emarginata e fa amicizia solo con Sasà anche lui escluso dal gruppo, e viene soprannominata Masculina, che significa acciuga, per il suo aspetto fisico. Questo soprannome darà vita a una parte del titolo. (''Il silenzio'' perché Tresa è una bambina silenziosa e coverà sempre ogni cosa dentro di sé senza comunicarla agli altri.)
È un romanzo intenso, ricco di contenuti e tematiche che offrono molteplici spunti di riflessioni soprattutto sulla figura femminile e attraverso l'ambientazione (Sicilia, anni Sessanta). Questo possibile attraverso il personaggio di Tresa che ci racconta la sua crescita, lo scoprirsi donna, l'innamoramento e l'amore, il silenzio che in un certo senso è costretta a mantenere, la sofferenza.
L'autrice
Lorena Spampinato nasce a Catania nel 1990. A diciotto anni esordisce con il romanzo La prima volta che ti ho rivisto (Fanucci Editore, 2008) e si trasferisce a Roma, dove continua a scrivere tra impegni universitari e collaborazioni giornalistiche. Adesso lavora come editor e ufficio stampa. Con Fanucci Editore ha pubblicato anche Quell’attimo chiamato felicità (2009) e L’altro lato dei sogni (2011).
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Non conoscevo questo titolo, ma visti gli spunti di riflessione me lo segno
RispondiEliminaLe tematiche trattate sembrano molto interessanti, quindi credo proprio che lo aggiungerò alla mia TBR.
RispondiEliminaLe tematiche trattate mi incuriosiscono particolarmente, me lo segno
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