Ruta Tannenbaum
di Miljenko Jergovic
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Casa Editrice: Nutrimenti
Traduttrice: L. Avirovic
Data di uscita: 21 febbraio 2019
Copertina flessibile
231 pagine
Prezzo: €18 cartaceo
Traduttrice: L. Avirovic
Data di uscita: 21 febbraio 2019
Copertina flessibile
231 pagine
Prezzo: €18 cartaceo
Sinossi
Ispirato alla storia vera di Lea Deutsch, la 'Shirley Temple di Jugoslavia', che calcò giovanissima le scene del teatro croato negli anni Trenta e morì neanche sedicenne sul treno che la portava ad Auschwitz, "Ruta Tannenbaum" è l'omaggio di Miljenko Jergovic alla città di Zagabria attraverso il racconto di una delle pagine più oscure della sua storia. Dotata di occhi magnetici e straordinaria immaginazione, "Ruta Tannenbaum" è destinata fin da bambina alla ribalta del palcoscenico. La sua è un'ascesa folgorante, che suscita ammirazione e cambia le sorti di tutti quelli che la circondano. Però i tempi sono cupi, specie per chi come Ruta è figlia di genitori ebrei. Dopo aver raggiunto le vette della notorietà, si ritroverà condannata alla negazione sociale e a una tragica fine. Ritratto personale e saga familiare, istantanea di una città e affresco di un'epoca, questo romanzo scorre tra piani molteplici: tra storia e finzione, tra quotidianità e mito, tra luci e vanità del vaudeville e le terribili ombre della Shoah; e lo fa con scrittura viva, espressiva, spesso caustica e brillante.
Recensione
L'autore non ci narra solo la storia di Ruta Tannenbaum ma ci offre l'intero quadro della storia della famiglia, integrando la situazione storica da prima della seconda guerra mondiale fino a quando anche Zagabria viene invasa dal Terzo Reich con il conseguente antisemitismo. Insieme al quadro storico viene narrato anche l'aspetto politico e socio-economico; un paese che non era in equilibro, ricco di tensioni e dalle molteplici sfaccettature.
La storia è in terza persona e viene articolata attraverso le persone della società appartenenti alla città: Ruta e i suoi genitori, Moni e Ivka, il nonno Abraham Singer, i vicini di casa Amalija e Radoslav, tra i principali, e facendo partecipare altri personaggi alle vicende. Ogni avvenimento è ben dettagliato e ricco di particolari in modo che quei personaggi secondari vengono resi co-protagonisti.
Abraham Singer è un benestante commerciante ebreo che cerca di dare in moglie sua figlia Ivka a un buon partito ma fallisce nel suo intento e va in sposa a Salamon Tannenbaum, Moni. Dalla loro unione nasce Ruta e vivono in via Gundelić dove fanno conoscenza con i vicini Amalija e Radoslav, una coppia di cattolici croati. I vicini di casa hanno da poco perso il figlio piccolo e Amalija arriva quasi all'esaurimento, per evitarlo il marito propone ai vicini di casa di lasciare Ruta qualche ora alla settimana alla moglie. Inizialmente Ivka era terrorizzata solo all'idea perché temeva che la donna potesse far del male alla bambina ma Moni per mantenere buoni rapporti con il vicinato decide di accettare.
Amalija e Ruta entrano subito in sintonia e stringono un forte legame tanto da soddisfare il desiderio di maternità della donna. In più lascia molto libera la bambina, stimolandola e facendole fare abbastanza ciò voleva, vanno a teatro e una sola volta anche al circo. Amalija è il contrario di mamma Ivka che è una donna troppo protettiva e insicura e cerca di limitare al massimo la bambina.
Per merito di Amalija, Ruta si appassiona al teatro e inizia la sua carriera da attrice. Un giorno la donna senza chiedere permesso a Ivka e Salomon porta la bambina a un'audizione per il Teatro nazionale croato. Dopo quell'audizione Ruta inizia a diventare sempre più famosa fino a diffondere la sua fame per l'intera Croazia, tutto questo grazie alle sue doti e ai suoi grandi occhi scuri.
Ma l'ascesa del nazismo mette fine alla vita di Ruta, della sua famiglia e alla vita di ogni ebreo.
Lo stile dell'autore è complesso ma ben articolato e piuttosto lento ma ha il giusto ritmo per la storia e i periodi sono piuttosto lunghi. All'interno del testo troviamo molteplici parole croate le quali purtroppo non sono tradotte con note a piè di pagina, infatti questo rende in alcuni punti difficile la comprensione poiché a volte non riusciamo ad arrivarci neanche con l'intuito tramite il contesto e bisogna interrompere la lettura e andare a cercare quella parola tramite un motore di ricerca online e spesso neanche troviamo il significato o almeno una vaga spiegazione per comprendere meglio e questo limita molto la comprensione di alcune parti.
Quando si inizia a leggere questo libro ci si approccia nella maniera "sbagliata". Ci si aspetta un romanzo sulla Shoah ma non ci troveremo davanti a quanto aspettato. Il libro non parla di Olocausto, non ci vengono mostrati i campi di concentramento, la fuga dai bombardamenti, il terrore della guerra, cosa spetta agli ebrei con l'ascesa del Terzo Reich, i rastrellamenti e la deportazione nei campi; niente di tutto questo. Con un realismo impressionante ci viene mostrata la normalità della vita durante il periodo di guerra.
Come scrive lo stesso autore a fine libro ne ''Note dell'autore'', egli desiderava scrivere la biografia di Lea Deutsch, da cui ha preso ispirazione per la storia di Ruta Tannenbaum. Scelse di abbandonare la biografia a seguito di alcune ricerche sulla vita della donna.
Lea Deutsch era una famosa attrice ebrea del teatro croato ed è stata assassinata a 16 anni, vittima dell'Olocausto. Nacque a Zagabria da genitori ebrei croati, Stjepan e Ivka (nata Singer) Deutsch. Suo padre era un avvocato e sua madre una donna colta e impegnata nel gioco degli scacchi. Lea aveva anche un fratello, Saša. Inizia a recitare all'età di cinque anni nel teatro croato e diventa una delle più famose attrici bambine del tempo e acquisti la nomina di ''Shirley Temple croata''; la sua fama arrivò fino a Parigi.
Nel 1941 il nuovo Stato indipendente di Croazia si allea al Terzo Reich e vengono applicate le leggi razziali. Di conseguenza a Lea Deutsch viene tolto il lavoro e le viene anche proibito di entrare a teatro. Nel giugno del 1941 la famiglia si convertì al cattolicesimo con la speranza di salvarsi ma questo tentativo come tutti gli altri furono vani. Nel maggio del 1943, insieme alla madre e al fratello, fu messa su un carro bestiame diretto ad Auschwitz ma Lea morì su quel treno senza giungere a destinazione; il padre riuscì a salvarsi fingendosi un paziente che soffriva di tracoma oculare infetto in uno studio oculistico a Zagabria.
Attualmente a Zagrabria il nome di Lea Deutsch non appare da nessuna parte e le persone che ne hanno ancora ricordo sono molto restie a parlarne e provano anche disagio. La gente vuole dimenticare, e perfino questo è meglio di qualsiasi forma di autogiustificazione.
Così Miljenko Jergovic abbandona l'idea della biografia e crea la storia di Ruta Tannenbaum.
Ruta Tannenbaum non è Lea Deutsch. Non ha una sola delle sue caratteristiche, non hanno recitato negli stessi spttacoli. I genitori e il nonno di Ruta non hanno alcuna somiglianza con la famiglia Deutsch. Diverso è addirittura il loro contesto sociale e il loro rapporto con l'ebraismo. I Tannenbuam sono personaggi letterari, non sono ispirati a nessuno che sia realmente vissuto in un qualsiasi tempo storico, tuttavia vivono in un luogo e in un tempo che sono concreti. Il luogo e il tempo non sono stati inventati.
In questa storia compaiono anche personaggi reali, con i loro nomi e cognomi. Talvolta ho inventato i loro discorsi collocandoli in avvenimenti inventati e in rapporto con personaggi anch'essi inventati. Ad alcuni di loro ho reso omaggio, ad altri no. Ci sono anche semplici personaggi di passaggio. [...] Questa storia è una piccola pietra sulla soglia della sua casa, visto che altra tomba lei non ne ha.
Miljenko Jergovic, giornalista, scrittore e commediografo è noto soprattutto come autore di novelle aventi per tema la sua terra natale. Tutte le sue opere sono state tradotte in una ventina di lingue, italiano compreso. Nel 1922 inizia a scrivere per il settimanale Nedjeljna Dalmacija; dal 1993 vive a Zagabria e diventa collaboratore del settimanale Feral Tribune. La sua prima raccolta racconta della vita quotidiana sarajevese resa caotica dalle Guerre Jugoslave ( il titolo del testo in lingua originale è Sarajevski Marlboro). Nel 2003, con Mama Leone ottiene il prestigiosissimo Grinzane Cavour.
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Un libro profondo e potente, lo leggerò sicuramente.
RispondiEliminasembra davvero molto toccante, me lo segno non si sa mai!!
RispondiEliminaAdoro leggere libri ambientati nella 2 guerra mondiale e voglio assolutamente leggere questo in quanto non parla solo di olocausto
RispondiEliminasembra essere un libro davvero impegnativo e profondo, ma devo essere nel mood giusto per leggerlo. Ma nel frattempo me lo appunto.
RispondiEliminaquesta tematica mi ha sempre affascinato ma per ora ho letto poco nulla purtroppo
RispondiEliminaQuesto libro possiede vari elementi che mi piacciono, adoro leggere storie realmente accadute. Mi segno il titolo
RispondiEliminaQuesto è sicuramente un libro che devo leggere ma prima di farlo devo essere nel mood giusto per poterlo apprezzare al meglio..
RispondiEliminaNon penso lo leggerò, nonostante la tematica non mi ha convinta.
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