Recensione - Un posto per Victoria

Un posto per Victoria

di Veronica Evangelisti
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Casa Editrice: Europa Edizioni
Genere: Narrativa
Data di uscita: 7 maggio 2018
Copertina flessibile
96 pagine
Prezzo: €12,90 cartaceo

Trama
Un momento solenne: il trapasso di un'anziana signora. Per alcuni mamma, per altri sorella, per altri ancora nonna, come per Viola De Santis, appunto. La grande famiglia, grande e sbriciolata da mille incomprensioni e litigi, si trova riunita per l'ultimo saluto alla "tigre". In quella circostanza di morte, Viola si pone molti interrogativi sulla vita. Domande e riflessioni sul senso della famiglia, sui rapporti tra i componenti che erano lì accanto a lei. Andando indietro con la memoria, in un passato che non poteva essere poi così lontano, se la nonna era ancora tra loro, riaffiorano situazioni tanto assurde e diverse da sembrare distanti mille anni. La dolorosa, pesantissima situazione della nonna da giovane, la guerra, l'immane fatica di vivere. Cos'è, quindi, la morte...? Una liberazione? Una resa dei conti? Un momento che fa piangere alcuni e lascia altri indifferenti? C'è un detto che dice che chi muore lascia il posto a chi arriva...

Recensione
Il romanzo si apre sul capezzale di una signora anziana: moglie, sorella, mamma, nonna. Tutta le vicende narrate ruotano intorno alla famiglia dell'anziana e soprattutto attorno alla vita, ai pensieri, ai ricordi di Viola, sua nipote. Attraverso i ricordi della ragazza ripercorriamo gran parte del secolo scorso sia dal punto di vista della società sia da quello storico, che tra l'altro all'interno di una famiglia vanno a mescolarsi. Ripercorriamo il cambio della società, il bisogno di emigrare dal Sud per andare a Roma o verso il Nord, soprattutto per motivi legati all'economia, in particolar modo nel secondo dopoguerra. A parte questo, la narrazione è fortemente focalizzata sui litigi e la cattiveria innescati nella famiglia divisa e riunita solo al culmine della vita di un membro. Nel romanzo l'autrice va a toccare molti temi. Il tema generale e sempre presente è la famiglia, ma tramite le vicende familiari si arrivano a toccare tutti gli altri. Il tema della donna è sentito fortemente e vengono messi in luce più di alcuni fatti che prima erano questioni ordinarie e nessuno pareva rendersi conto che c'era quel pizzico di disumanità, mancanza di rispetto verso la donna e spesso magari le donne venivano prese in considerazione come oggetto. Una donna aveva come un protocollo da rispettare e seguire esattamente ogni tradizione per non svergognare l'intera famiglia. Nel libro possiamo prendere come esempio le usanze della prima notte di nozze. La donna era obbligata ad arrivare vergine al matrimonio per non svergognare l'intera famiglia e poi dar prova della propria verginità utilizzando come mezzo il lenzuolo dove la coppia ha giaciuto. Questo fregandosene del rispetto verso la donna andata in sposa. Oppure ciò che avveniva con i bambini prematuri. Un bambino nato prima del nono mese di gravidanza doveva morire.
Quando tornò aveva una triste sorpresa ad attenderlo: era il figlio conservato in barattolo di vetro, sotto alcool in attesa di essere visto dal padre e poi sotterrato. Ebbene sì, Mena [...] arrivata all'ottavo mese di gravidanza diete alla luce un altro maschio. Però, per l'ostetrica che la fece partorire, essendo il bambino prematuro, andava soppresso, così glielo fece tenere solo una volta tra le braccia. [...] Poi lo prese di nuovo l'ostetrica [...] si voltò e gli mise un cuscino in faccia.
Uso ancora le parole di Veronica: Le donne erano solo bestie per procreare?

A questo subentra un padre di famiglia che torna a casa, dopo essere stato in guerra, e trova solo disgrazia: un figlio da sotterrare, disperazione, cattiveria e ancora una volta povertà. Un uomo tornato profondamente cambiato e con i vizi donati dai tempi di guerra e il quale ha anche mantenuto i vecchi pensieri: una donna deve essere sottomessa al proprio marito. Se così non fosse le conseguenze le sappiamo tutti.

Oltre a questo si approda al tema dell'aborto. L'autrice ci narra tramite una porzione della vita di nonna Mena come le donne dovevano compiere tale gesto e in quali condizioni.

Un altro episodio sul tema della donna e come tutto il negativo ricadesse su di lei: una coppia di sposi non riesce ad aver bambini, in verità il marito ha problemi di erezione ma questo non si poteva dire, piuttosto si preferiva denigrare la donna e colpevolizzarla.
Non avrebbe mai fatto al pieno il dovere di donna e che il marito faceva un atto d'amore a non rinnegarla.
Inoltre, ogni uomo aveva il diritto di tornare a casa e picchiare la propria moglie. Era normale e la donna doveva restare in silenzio e mettersi in testa che fosse giusto.
La violenza oltre ad essere un comportamento abituale di un marito poteva essere anche quello di un padre. Violenza fisica a parte giocava un ruolo fondamentale anche la violenza psicologica. Una donna non poteva essere piacente, non doveva attirare troppo l'attenzione, non poteva sentirsi bella. Se eri in sovrappeso non potevi andare al mare in bikini, non potevi scoprire la pelle, altrimenti sarebbe potuto essere motivo di vergogna. Questo doversi nascondere per la propria forma fisica e le imposizioni dei genitori si ripercuotono irrimediabilmente su tutto il restante lasso di vita e fa nascere il bisogno di voler essere diversi da quel contesto in cui si è nati e cresciuti.

La donna era sempre la colpevole di tutto. Come quando andava male qualche frequentazione. Magari c'era un ragazzo a far la corte che si mostrava bello, gentile, uno di quelli che faceva doni alla propria donna in senso di apprezzamento ma che poi si dimostrano tutto il contrario e se provavi a liberartene, tu donna venivi infangata dalla parole dell'uomo che raccontava anche bugie pur di svergognare la donna. Prima esistevano e come i matrimoni combinati e non ci si poteva opporre più di tanto e in caso andasse male in qualsiasi fase le conseguenze erano ben note.

Viene preso in causa anche il tema del divorzio. Nel secolo scorso non era mica come adesso e l'autrice nel romanzo tramite una vicenda familiare ci mostra come veniva visto all'interno della famiglia e anche fuori dalla famiglia e le conseguenze, anche se il divorzio era supportato da validi motivi; e del perché magari si sceglieva di essere divorziati in casa e fingere poi davanti a tutti di essere ancora una coppia unita.

Un altro tema tirato in ballo è come nelle scuole prima di tutto si subivano discriminazioni, non eri un bravo studente? Meritavi di portare in le orecchie da asino.

A parte le varie tematiche viene fortemente messa in luce la cattiveria che può avere una persona ma allo stesso tempo guardare quella persona sotto ogni sfaccettatura e in un certo senso capire da cosa nasce tutta quella cattiveria. Nonostante questo però per Viola è inevitabile pensare che prima o poi tutto il male torna indietro.
Proprio lì davanti alla sua agonia, pensavo che stava scontando tutte le cattiverie che aveva inflitto prima di passare a miglior vita.
Un'altra cosa che succedeva e succede ancora in alcune famiglie? Il voler guadagnare sulla morte di una persona. Anche sul punto di morte di un membro della famiglia si trova qualcosa per cui discutere e creare litigi. Non si è affranti dal dolore della perdita ma piuttosto si viene rapiti dal vortice economico del voler speculare sulla morte. Intanto sta per morire, che ne resta a noi? L'umanità passa in secondo piano e si da importanza al proprio portafogli.
Che tristezza rubarsi tra fratelli a casa propria.

Il romanzo termina con il funerale di nonna Mena, tra risentimenti e cattiveria si arriva al termine di una vita. Ma cos'è davvero la morte?

Siamo arrivati alla fine, Victoria chi è? Perché non è mai stata nominata? Per scoprirlo basta leggere il romanzo e arrivare alla fine. Sul finale si scopre chi è Victoria e si darà un senso al titolo del libro.

Come detto all'inizio il romanzo si articola intorno a vicende familiari toccando più tematiche e ripercorrendo un lungo arco di tempo del secolo scorso. Il capezzale di nonna Mena e i pensieri di sua nipote Viola sono i mezzi tramite i quali si fa un tuffo nel passato e in quella famiglia. I temi affrontati sono molteplici ma tutti affrontati nel giusto modo e nei tempi giusti. Il peso dato a ogni tema è adatto alla narrazione di questa storia e soprattutto tutti vengono affrontati. Nessun tema è stato nominato e poi abbandonato. Il lessico usato dall'autrice è semplice e quotidiano ed enfatizza lo stile familiare e si va a compenetrare alla perfezione con la narrazione. I periodi sono piuttosto lunghi, ma questo non lo considererei un punto negativo. Anzi i periodi lunghi probabilmente incalzano il ritmo.  Durante la lettura ho trovato più di qualche errore soprattutto refusi e credo fortemente che al romanzo sia mancata una vera e propria correzione di bozza. Nonostante questo la storia non viene influenzata e si legge con piacere. Il romanzo è molto breve, presenta solo 96 pagine e si potrebbe pensare che sono davvero poche per le premesse fatte e data la trama, ma dopo la lettura ci si rende conto che le pagine non sono affatto poche. Viene raccontato tutto con i giusti tempi, il giusto ritmo e ad ogni cosa viene dato il giusto spazio. Un posto per Victoria è uno di quei libri che va letto tutto di un fiato. La sua brevità lo permette e lo stile, semplice e scorrevole, aiuta a leggerlo tutto in una volta.

L'autrice
Veronica Evangelisti, nata a Roma l'08-10-1983. Diplomata in grafico pubblicitario nel 2002, decide di non appassionarsi a questo lavoro perché sa che non è quello che ama. Comincia subito a lavorare nel settore della vendita, scrivendo sempre per sé in un diario tutti gli aneddoti che le capitano durante il giorno. Ama raccontare storie. Il suo sogno è diventare attrice di teatro, ma rimane solo un sogno. Nel 2009 crea la sua famiglia, nel 2011 e nel 2014 diventa madre ed è proprio in questo momento di riflessione, dopo aver perso il lavoro a causa della sua prima gravidanza, che decide di cominciare a scrivere un libro. In questo periodo la scrittura diventa la sua amica, scrivendo Un posto per Victoria.

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5 commenti:

  1. Un libro che va sicuramente letto, con delle tematiche molto importanti e che fanno riflettere, vado a metterlo in WL.

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  2. Sicuramente un bel libro, ma purtroppo non penso faccia proprio per me, alemeno non in questo periodo.

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  3. Da come ne parli sembra davvero interessante ma purtroppo non rientra nel mio genere

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  4. Un libro che va sicuramente letto, non è nei miei generi però sono rimasta colpita dalle tematiche trattate. Spero di leggerlo in futuro

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  5. Sembra molto interessante e tratta temi molto importanti, me lo segno!

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