Sette ragionamenti di architettura
di Paola Veronica Dell'AiraEdizioni Quodlibet, Roma, 2016
|clicca sul titolo per acquistarlo|
Sette ragionamenti di architettura non è un manuale, non contiene regole da rispettare. Proprio come dice il titolo, sono sette ragionamenti. Sette ragionamenti su punti cardine che formano parte dell'architettura, del pensiero architettonico, dello stile, del modo di interpretare e vivere l'architettura: perché l'architettura non è solo una costruzione, non è solo un oggetto solido, l'architettura è tante cose e l'architettura bisogna viverla. Vuoi fare architettura? Prima di tutto, vivila!
Ogni capitolo del libro è incentrato su una determinata questione:
⦁ Razionalità e creatività
⦁ Cultura architettonica
⦁ Tradizione
⦁ Contesto
⦁ Programma
⦁ Regole
⦁ Linguaggio
Mi soffermerò su ogni capitolo perché questo non è un libro di cui si può parlare in modo generico senza approfondire e raccontare e, soprattutto, non riuscirei a spiegarvi la bellezza e l'intensità di questo libro né a scrivervi tutti i pensieri che sono nella mia testa, tutti scaturiti da una lettura attenta. Più leggevo e più nascevano pensieri: un vulcano di pensieri che mi hanno portata a riflettere, riflettere e ancora riflettere su molte cose che mi hanno aiutata e mi stanno aiutando a rafforzare, migliorare e a volte anche cambiare i miei pensieri di apprendista architetto. Io voglio fare l'architetto, voglio fare architettura, voglio vivere l'architettura e ogni cosa che mi possa arricchire in tal senso. Questo libro ha contribuito in tutto ciò e io non posso essere indifferente a questa lettura e non posso neanche non parlarne, nonostante sono consapevole di non riuscire a scrivere tutti i miei pensieri nei minimi dettagli e raccontarvi in modo totalmente esaustivo ciò che ho letto, preso, conservato, custodito... Ognuno, leggendo, potrà farsi le proprie idee, potrà catturare cose differenti, produrre riflessioni diverse dalle mie; ognuno darà una propria interpretazione. L'architettura, infatti, è cosa oggettiva ma anche soggettiva. È un equilibrio tra razionalità e irrazionalità, tra ragione e sentimento. Ma, oltre ciò, essa è tante cose che ognuno ha il proprio modo di intendere.
Razionalità e creatività
L'architettura è un'attività umana complessa che riunisce razionalità e irrazionalità. L'architettura genera un coinvolgimento pluridisciplinare che presume un'operazione di sintesi. Fare architettura è, infatti, sapere fin dal principio a cosa si vuole arrivare e un saper regolare, stabilire, verificare e correggere un progetto. L'unione di tutto questo porta a un sistema integrato, a un organismo completo che presenta e fonde utilitas, firmitas, venustas. Non si deve fare architettura solo in modo bello o solo funzionale. Saper fare architettura non richiede un metodo preciso e specifico ... Vi sono gli strumenti di lavoro: regole che devono mantenere il legame con la creatività, preservandone la componente artistica, ma mantenendo una sensata disciplina e una corrispondenza con la realtà. Quindi ragione e passione (razionalità e irrazionalità) devono mantenere l'equilibrio, quest'ultimo è anche loro obiettivo. Però non tutti gli architetti trovano la giusta fusione tra creatività e funzionalità.
Cultura architettonica
La cultura architettonica non è l'ampiezza delle conoscenze, il sapere esaustivo del passato, il sapere tecnico, ma è esperienza, capacità di avvicinamento, produzione di un pensiero concettuale e creativo da esercitare sulla realtà, quindi l'architettura non è il solo acquisire dei dati ma è sviluppare e creare. Non si dà nel prendere o nel trattenere, quanto piuttosto nel cedere e nel lasciare. Quindi non si fa architettura attraverso il sapere storico ma piuttosto attraverso l'aleatorietà dei possibili, molteplici sviluppi di un'ipotesi progettuale utile a produrre innovazione e aggiornamento della storia presente. La cultura disciplinare è poi da intendersi in maniera soggettiva. Dipende dal modo personale con cui si concepisce la storia. Un sano atteggiamento è quello che guarda alla storia come tradizione: usi, abitudini, debolezze, percezione, desideri, difetti umani da nutrire di contemporaneità. La cultura architettonica ti permette di dare continuità alle tue nuove intuizioni e, insieme, di staccarti dal passato per migliorarlo, per superarlo e traslarlo nel presente in modo migliore.
Tradizione
"Il vincolo crea libertà." Sembra assurdo ma è davvero così. I vincoli non tarpano le ali alla creatività, non limitano, non sminuiscono, non ostacolano; i vincoli producono creatività. Il vincolo ci toglie possibilità? Indubbiamente sì ma, ogni vincolo ci libera dall'arbitrio, ci fa selezionare e scegliere una certa idea progettuale piuttosto che un'altra. Bisogna sfruttare i vincoli come un punto di partenza per creare meglio. I vincoli sono appoggi essenziali. L'immaginazione creatrice permette di trasformare un concetto in realizzazione. Il passato, la cultura costituiscono la tradizione che dà credibilità al nuovo. La tradizione non è un'abitudine, bensì una forza viva che alimenta e anima il presente. Non bisogna copiare il passato ma usarlo come base per trarne gli insegnamenti e sviluppare e consolidare le innovazioni. Tradizione è tra-duzione al presente. Non sempre però la tradizione viene concepita come una forte radice, un bene, un punto di partenza. Nel secolo scorso, ad esempio, molti ambivano a staccarsi dalla tradizione, per creare nuove invenzioni, una nuova tecnica, un nuovo processo costruttivo, un nuovo linguaggio; ma vi era anche chi non condivideva lo stesso pensiero. Il Novecento è stato un secolo pervaso da una divisione chiara tra chi era a favore della Rivoluzione industriale e chi invece era contrario. Due fronti opposti: tradizione-innovazione, decorazione-semplicità. Esisteva, anche, un rincorrere affannoso delle mode e, per contro, un ripiegamento sul passato. La tradizione non è mai da intendere come un qualcosa che smorza gli animi del tempo successivo ma anzi bisogna andarne fieri ed esserne coerenti, trasportandola e traslandola nel presente. Occorre partire dalla tradizione e contestualizzarla nel presente.
Contesto
Il contesto, in architettura, è un fattore fondamentale. Ci deve essere sempre un legame morfologico e strutturale con il territorio, senza rinunciare alla possibilità di una pluralità di linguaggi e di più risposte alle domande contestuali. L'architettura appartiene al suo supporto fisico-spaziale e deve arricchire il suo contesto geografico, si deve creare un rapporto, un legame, tra progetto e contesto. Il contesto è materiale di progetto, offre continuità culturale e memoriale del luogo. L'architettura è un modo per riscattare il luogo dal suo "dovunque". (Rafael Moneo)
Programma
Come iniziare un progetto? Semplicemente gettando su carta schizzi, schizzi e ancora schizzi. Mettere su carta ogni intenzione, intuizione, ricordo. Si parte così e man mano si approfondisce sempre di più il dato programma da rispettare, man mano che si procede, quegli schizzi iniziano sempre meglio a prendere forma, a diventare più definiti, più complessi fino ad arrivare al progetto finale. Ogni schizzo ne produrrà altri, nasceranno nuove idee, nuovo immagini nella mente; inizialmente si creerà confusione, ma è solo un punto di partenza per non produrre qualcosa di sciocco, di banale, di povero. Nella ricerca moderna si precisò il criterio della funzionalità e della corrispondenza dell'uso; ne è derivata un funzionalità standard. Ne è disceso il concetto di 'uomo tipo': entità intorno alla quale progettare un ambiente oggettivo come la tecnica che si chiamava a costruirne base e fondamento. (PV. Dell'Aira) Però, nel Movimento Moderno vi era anche chi si opponeva allo stretto funzionalismo. La funzione [...] deve poter includere l'utile e l'inutile, l'ordine e il disordine, la meccanicità e la poesia, il conosciuto e lo sconosciuto, la chiarezza e il mistero. (PV. Dell'Aira) La funzionalità non si deve limitare a rispettare le esigenze della committenza, ma piuttosto creare spazi che ne richiamino le necessità. Il programma è da rispettare, indubbiamente, ma l'architetto deve avere la capacità di trasformarlo in ...spazio di vita. Nel programma c'è scritto atrio e l'architetto deve trasformarlo in un luogo per entrare. I corridoi devono diventare gallerie. I budget devono diventare economia, le aree spazi. (PV. Dell'Aira) L'architettura rifugge dallo standard. L'architettura deve divenire trasformazione e interpretazione. Occorre spingersi in una dimensione empatica.
Regole
Esistono delle regole standard e da rispettare però, come scrive anche Quaroni in Progettare un edificio, chi non fuoriesce (nel limite possibile) dalle regole, sicuramente non fuoriesce neanche dalla mediocrità. Le regole devono essere un appoggio, un punto di riferimento. Il rispetto normativo deve essere interno al progetto, deve star già dentro l'idea, dentro al disegno e ulteriormente, quando si mostri il caso o la necessità, possibilmente produrne un'eventuale correzione e/o accrescimento. L'atteggiamento che al progetto si richiede, di fronte a ogni regola, è quello di saperla leggere e interpretare, di saperla rispettare e abbracciare, senza rimanerne schiacciato. Bisogna saper convertire prescrizioni e vincoli in opportunità. Sono state fatte regole per ogni stile ma se un architetto/artista crea analogamente alle regole non ne vengono pubblicate altre in segno di un nuovo ordine. Dalla stessa regola-base si possono creare molteplici modelli, simili ma differenti. La regola è il mezzo, lo strumento non è il fine, questo non è da confondere. Il manuale delle regole serve per creare esattezza dimensionale, è un equipaggiamento tecnico da usare in modo creativo. L'architetto deve conoscere quali sono le connessioni sottili che legano la vita alla forma e la forma alla vita, proprio alla fine di penetrare quella essenza intima che fa dell'architettura una struttura che è per qualche verso simile agli essere viventi. (Ludovico Quaroni)
Linguaggio
La disciplina architettonica deve obbligatoriamente avere un linguaggio, esso è indispensabile e ogni ordine/stile ha un proprio linguaggio. Il linguaggio è un consolidamento del sistema, utile ad assicurarne fondatezza, radicamento, durevolezza. Ma per linguaggio architettonico non intendiamo solo quello costituito da parole ma anche quello composto da disegni. Il disegno ha un suo linguaggio, delle sue regole, un suo processo. Con il disegno si avvia la vera e propria progettazione che è ricerca continua. Il disegno inizia dagli schizzi fino ad evolversi e traslarsi in disegno tecnico; quest'ultimo verifica e controlla il progetto, l'assetto funzionale, la configurazione spaziale, il dimensionamento, le tecnologie adoperate. Dopo la realizzazione del disegno tecnico si mostra ai destinatari, ai committenti che interagiscono con esso e successivamente si trasporta in cantiere. Il linguaggio quindi è sia verbale che figurativo, è oggettivo e soggettivo, il linguaggio è essenziale per comunicare, creare, produrre, definire. Senza il linguaggio non si potrebbe fare architettura.
Paola Veronica Dell'Aira è Architetto e Professore Associato, abilitato Ordinario in Progettazione Architettonica e Urbana presso il DiAP Dipartimento di Architettura e Progetto Sapienza Università di Roma. Docente di Laboratorio di Progettazione I nel Corso di Laurea in Scienze dell'architettura, Docente nel Dottorato Teorie e Progetto e membro del CDS del Master Lighting Design.
Link amazon https://amzn.to/2IxdBwX
[ATTENZIONE! Sono affiliata ad amazon, dunque cliccando sui miei link e acquistando qualunque cosa percepirò una commissione per un massimo del 10% che amazon mi pagherà in buoni spendibili sul suo stesso sito e che io utilizzerò per comprare libri ed alimentare il blog e il profilo instagram @patrizia_ferri. Se vuoi sostenermi compra da amazon attraverso il link sovrastante oppure tramite questo link generico: https://amzn.to/2GTPZPR]
[ATTENZIONE! Sono affiliata ad amazon, dunque cliccando sui miei link e acquistando qualunque cosa percepirò una commissione per un massimo del 10% che amazon mi pagherà in buoni spendibili sul suo stesso sito e che io utilizzerò per comprare libri ed alimentare il blog e il profilo instagram @patrizia_ferri. Se vuoi sostenermi compra da amazon attraverso il link sovrastante oppure tramite questo link generico: https://amzn.to/2GTPZPR]
Nessun commento:
Posta un commento